La dieta chetogenica è una tipologia di Terapia Nutrizionale nata negli anni ‘20 del XX secolo per il trattamento dell'epilessia refrattaria, soprattutto nei bambini che non rispondevano ai farmaci anticonvulsivanti.
Ad oggi rappresenta una strategia nutrizionale ampiamente diffusa per trattare condizioni di obesità e disturbi metabolici. Spesso, però, quella che può essere un’ottima alleata, si trasforma in una strategia abusata e, soprattutto, mal praticata, anche in condizioni cliniche e necessità differenti.
Tale articolo vuole mettere in luce i benefici e i rischi di un protocollo chetogenico, disincentivando il fai da te e, anzi, aumentando consapevolezza e conoscenza sull’argomento.
La dieta chetogenica rimane sempre molto gettonata grazie alla sua efficacia nel generare una rapida risposta nella perdita di peso. Ciò è dovuto alla concomitanza di più fattori:
Dal punto di vista pratico, la dieta chetogenica non è, come spesso si lascia intendere, una dieta ad alto contenuto proteico; essa, infatti, rappresenta un modello di alimentazione prevalentemente a basso contenuto di carboidrati e alto contenuto di grassi, dove la quota proteica giornaliera si muove pressoché sugli stessi livelli di una dieta mediterranea classica.
Quando si segue una dieta chetogenica, infatti, l’assunzione di carboidrati è estremamente limitata, al di sotto del 10% dell’apporto calorico totale giornaliero.
Questo permette il principio fisiologico alla base della dieta chetogenica, ovvero l’entrata in chetosi, uno stato durante il quale, per semplificare, il corpo predilige l’utilizzo di grassi come fonte energetica primaria.
Con le riserve di glicogeno esaurite, il fegato inizia a metabolizzare gli acidi grassi in chetoni attraverso un processo chiamato, appunto, chetogenesi. I tre principali chetoni prodotti sono:
I chetoni vengono rilasciati nel sangue e utilizzati come fonte di energia alternativa dalle cellule, in particolare dal cervello, che normalmente utilizza il glucosio come principale carburante e la cui barriera (ematoencefalica) non permette l’attraversamento delle grandi molecole di acidi grassi così come sono strutturate.
Gli acidi grassi a lunga catena non possono, infatti, attraversare direttamente la barriera ematoencefalica, motivo per cui devono essere convertiti in chetoni per fornire energia al cervello.
All’inizio di un protocollo chetogenico si attraversa la cosiddetta fase di Influenza Chetogenica (Keto Flu): molte persone sperimentano sintomi simili all'influenza, come mal di testa, affaticamento, nausea, vertigini, irritabilità e difficoltà di concentrazione. Questi sintomi sono dovuti all'adattamento del corpo alla chetosi e normalmente spariscono una volta entrati in chetosi.
È estremamente sconsigliata in condizioni cliniche e patologiche quali: diabete di tipo 1, malattie epatiche e renali, gravidanza e allattamento e in storie presenti o pregresse di disturbi del comportamento alimentare.
Per valutare l’inizio e l’attuazione di un protocollo chetogenico, affidati sempre a figure idonee come Medici Dietologi, Biologi Nutrizionisti e Dietisti.
È bene ricordare che questo regime nutrizionale impedisce l’assunzione di cibi come pane, pasta, riso, cereali, patate, dolci, frutta ricca di zuccheri e molte verdure amidacee devono essere evitate.
Se pensi di non poterne fare a meno hai due opzioni:
Ricorda sempre la fondamentale importanza di assumere acqua e adeguate quantità di sodio, potassio e magnesio, per prevenire gli squilibri elettrolitici
Inoltre, per evitare carenze nutrizionali, integra vitamine e minerali.
Una strategia molto utile per entrare in maniera graduale in una dieta chetogenica è arrivarci per gradi, passando prima per un protocollo Low Carb, strategia nutrizionale che consente l’introduzione di 80g di Carboidrato Nutriente al giorno.
Si ricorda che i consigli e le informazioni sulla dieta chetogenica, presenti in questo articolo, non si sostituiscono al parere di un medico: ogni individuo ha esigenze nutrizionali e condizioni di salute uniche, pertanto è fondamentale valutare insieme ad un professionista della salute quali strategie nutrizionali si rivelino più adatte, prima di intraprendere qualsiasi cambiamento significativo della propria alimentazione.
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